1/06/2006

GIAMPIERO STEFANELLI

La fotografia ci porta a percorrere con persone uniche un tratto di cammino. E' il cammino di coloro che condividono un ideale comune, uno scopo, una passione e per questo si incontrano, si scambiano idee, collaborano.

Giampiero amava la sua fotografia, ci si dedicava con quella attenzione particolare spontanea e sincera che solo i veri appassionati hanno. La sua era una fotografia oggettivamente pura quasi a sottolineare che ciò che è, è semplicemente come lo si vede. Ma il rapporto con la fotografia, più che un fatto personale, era per lui un legame collettivo. Intendeva la fotografia come valore che unisce, che stimola la voglia di vedere, il contatto reciproco, il confronto e la comunione di idee. E questo era per lui come vivere una forte passione e trasformarla in un traguardo nel quale credeva e faceva credere.

La fotografia non è una missione, ma a nostro livello è un qualcosa che vi si avvicina. Anche se stanno cambiando i tempi e soprattutto le tecniche, i valori a cui Giampiero credeva con caparbia convinzione resteranno e ci porteranno ancora avanti.

Tanti giovani, frastornati da migliaia di voci vuote e da richiami di sirene fatue, dovrebbero riflettere su ciò che la fotografia può dare o meglio può far comprendere nel corso della vita. Fabriano è una bellissima cittadina, in alto, tra le Marche e l'Umbria, nel 1987 ci nacque il Foto Club "Arti Visive", del CRAL Cartiere Miliani. Giampiero ne fu prima segretario e poi presidente, coadiuvato da Renzo Vergnetta, inseparabile, e tanti altri soci.

Nel 1990 il Primo Concorso Internazionale, che per tante edizioni ha portato nella città le più belle ed interessanti fotografie dell'amatoriato mondiale.

Favolose le giurie, sempre varie ed agguerrite, sempre pronte le battute e gli scherzi di Vergnetta e poi il 49° Congresso del 1997 — che il Foto Club, con l'aiuto di tutti gli amici del circondario rese uno dei più memorabili per la qualità del trattamento, per le mostre, il luogo, le stupende grotte visitate, il folclore, la storia.

La Fiaf aveva affidato a Giampiero l'incarico di Delegato Regionale. Gli era congeniale per quel suo essere deciso e determinato nello svolgerlo, non perdendo mai di vista il fatto che la FIAF è una federazione di circoli e che i circoli sono delle entità autonome che hanno bisogno di comunicare tra loro e di essere collegate da un valore comune riconosciuto e condiviso.

Giampiero era parte di quella schiera di uomini schietti, difficilmente sostituibili. La FIAF ne sentirà la mancanza, la fotografia marchigiana anche. Noi lo ricorderemo, a fianco della sua gentile consorte, presente ai Congressi e nelle occasioni importanti, lo ricorderemo nella sua Fabriano in mezzo a pacchi di fotografie.

L'ultimo saluto è imprevisto e doloroso, lo invio con l'affetto di un amico e la gratitudine di tutti per quanto ha saputo donare a coloro che amano la fotografia.

 

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